Please, give me back a story
Al termine del nostro corso di storytelling fotografico legato al progetto Pink Digital Revolution e Photorevoice, Stefania ha lanciato l’idea del “Please, give me back a story” e io l’ho afferrata subito. Questa foto è stata trovata nel 2016 in un negozio dell’usato a Parnu, in Estonia. La storia che state per leggere potrebbe essere la sua.
I ricci di Júlia furono improvvisamente presi d’assalto da un esercito di formiche e io vidi mia sorella scattare come una molla e poi correre a perdifiato in direzione del fiume. Mio padre sobbalzò sul povero tronco mentre Heléna afferrò svelta la mia macchina fotografica e raggiunse ridendo la poveretta per immortalare la scena.
«Non c’è niente da ridere», ringhiò Júlia uscendo dall’acqua.
Se ci fosse stata nostra madre sarebbe bastato uno sguardo per zittirci tutte. Se ci fosse stata nostra madre papà avrebbe riso a crepapelle e il suo viso non avrebbe invece assunto quell’espressione malinconica, struggente.
«Tutto bene papà?»
«Tutto bene tesoro. E tu? Hai qualche scatto interessante?». Non feci a tempo a rispondere che udimmo un rumore di spari giungere feroce dal bosco. I soldati erano vicini.