L’uccello nero dal becco giallo

Racconto
L'uccello nero dal becco giallo

Mi avvicinai alla finestra e vidi che il mio giovane amico era tornato. Saltellava qua e là per il giardino, il becco immerso nel soffice abbraccio dei fili d’erba, le piume spettinate dal vento che soffiava lento in direzione del vecchio pozzo. Erano passate ormai due settimane dal nostro primo incontro, da quando quel suo elegante battito di ali lo aveva condotto fino al cuore della villa, eppure la sua ostinata riservatezza dimostrava che non si era ancora abituato alla mia presenza. Ciò che più lo interessava era quel pozzo, passava le sue giornate a imbastire curiose danze lungo le sinuosità del massiccio bordo nella costante ricerca di sollevare un coperchio e rivelare un segreto lungo più di trecento anni. Sembrava affascinato da ciò che avrebbe potuto celarsi al di sotto, al riparo di quel prezioso stemma disegnato nel ferro con una cura estrema e un ineguagliabile e artistico buon gusto. Di tanto in tanto nel suo ripercorrere, con le esili zampette, l’intero percorso di quei tratti raffinati in perfetta armonia con la magia del luogo, il suo sguardo sincero si spostava dal pozzo per posarsi sul mio viso al di là del vetro. Si sentiva osservato ma non osava avvicinarsi.

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